Cittadinanza, residenza anagrafica, domicilio e residenza fiscale sono quattro concetti differenti regolati ciascuno da una diversa normativa.

E’ importante conoscerne la distinzione per poter meglio comprendere e porre in essere una strategia di pianificazione fiscale.

COSA SIGNIFICA CITTADINANZA?

La Treccani fornisce la seguente definizione di cittadinanza:

Condizione di appartenenza di un individuo a uno Stato, con i diritti e i doveri che tale relazione comporta; tra i primi, vanno annoverati in particolare i diritti politici, ovvero il diritto di voto e la possibilità di ricoprire pubblici uffici; tra i secondi, il dovere di fedeltà e l’obbligo di difendere lo Stato, nei limiti e modi stabiliti dalla legge.

La cittadinanza italiana è regolata dalla legge 5 febbraio 1992, n. 91. ed è uno status che permane anche se trascorri tutta la vita al di fuori dello Stato italiano. Avere la cittadinanza italiana non comporta alcun obbligo fiscale.

COSA E’ LA RESIDENZA ANAGRAFICA?

La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale.

Art. 43, comma 2 del codice civile.

Quindi, in pratica, la tua residenza anagrafica è nel luogo in cui vivi e corrisponde con l’indirizzo registrato nelle liste dell’Anagrafe del Municipio che viene riportato sulla tua carta di identità. Se ti trasferisci in altro comune italiano o all’estero, hai l’obbligo di comunicarlo all’ufficio anagrafe, in caso contrario sarai ritenuto residente al vecchio indirizzo.

DOMICILIO

Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi.

Art. 43, comma 1 del codice civile.

Solitamente, residenza anagrafica e domicilio coincidono con lo stesso luogo fisico. Ad esempio se possiedi un appartamento a Roma, in cui vivi con moglie e figli, ed un attività commerciale sotto casa, la tua residenza ed il tuo domicilio saranno a Roma.

RESIDENZA FISCALE

Ai fini delle imposte sui redditi si considerano residenti le persone fisiche che per la maggior parte del periodo d’imposta

1. sono iscritte nelle anagrafi della popolazione residente;

2. hanno la residenza in Italia;

3. hanno il domicilio in Italia.

Articolo 2 comma 2 del D.P.R. n. 917/1986 Testo Unico Imposte e Redditi (TUIR).

La definizione di residenza anagrafica stabilita dal codice civile è diversa da quella di residenza fiscale regolato dal TUIR ed è qui che si fa spesso confusione. Dal punto di vista fiscale, quindi, se si verifica solo una delle 3 condizioni citate sopra sarai considerato fiscalmente residente in Italia.

Questo significa che per non essere soggetto a tassazione italiana, non è sufficiente iscriversi all’AIRE e trasferirsi fisicamente a vivere all’estero ma devi anche disfarti di tutti i beni o gli interessi economici a te riconducibili presenti su territorio italiano. Se sei sposato, inoltre, devi portare con te moglie e figli.

Quale è la procedura da seguire per effettuare il trasferimento di residenza correttamente? Che succede se hai un appartamento in Italia e non puoi venderlo prima di trasferirti? Quanti giorni puoi trascorrere in Italia per tornare a visitare i parenti?

Per trovare risposta a queste domande leggi l’articolo Trasferimento di residenza all’estero

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Nomade, imprenditore ed autore di Nomadi Fiscali